EMERGENZA CINGHIALI: RACCOLTA FIRME PROMOSSA DAL "COMITATO AMICI DEGLI AMBIENTI RURALI PIEMONTESI"

Data di pubblicazione:
13 Maggio 2021
EMERGENZA CINGHIALI: RACCOLTA FIRME PROMOSSA DAL "COMITATO AMICI DEGLI AMBIENTI RURALI PIEMONTESI"

La presenza incontrollata dei cinghiali sta causando danni economici e ambientali ingenti, oltre a pericoli per la sicurezza sempre più frequenti.

Centinaia di coltivatori ormai esasperati hanno costituito il “Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi” che ha promosso una raccolta di firme rivolta in primis alla Regione Piemonte per chiedere che vengano presi provvedimenti efficaci ed urgenti per contenere la presenza dei cinghiali sul territorio.

Il referente locale di Cavagnolo è Andrea Brasso, come Amministrazione abbiamo messo a disposizione lo sportello al piano terra per i cittadini che vorranno sottoscrivere la petizione. La raccolta firme sarà disponibile da domani negli orari di apertura dello sportello demografici, oltre che in Comune sarà possibile firmare presso il Colorificio Arcobaleno in via C. Colombo 113

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Da “La Nuova Provincia” del 5 maggio:

“Era nell’aria da qualche settimana: la “strage” di seminativi che si è consumata (e continua a consumarsi) in una vastissima area di Astigiano, Torinese, Cuneese ed Alessandrino a causa della presenza incontrollata di cinghiali ha provocato una presa di posizione degli agricoltori che si vedono dimezzate le previsioni di reddito dei raccolti ormai compromessi.

Un’invasione come mai era stata registrata prima che ha spinto centinaia di coltivatori a unirsi per fare “massa critica” e far arrivare la loro voce a chi ha la responsabilità della gestione della fauna selvatica.

Attraverso chat e passaparola, in pochi giorni, è stato costituito il Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi (Coaarp) che ha già prodotto la sua prima azione: una vastissima raccolta di firme per chiedere che vengano presi provvedimenti efficaci ed urgenti per contenere la presenza dei cinghiali sul territorio.

Sono stati individuati numerosi referenti per ogni territorio interessato dalle razzie in campo degli ungulati i quali, in questi giorni, stanno attivando la raccolta di firme fra tutti i cittadini.

Perchè non si tratta solo di un problema “agricolo”, come sottolineano al Comitato cui hanno aderito anche non coltivatori.

Non hanno risparmiato neppure le piantine già spuntate

La presenza così massiccia degli ungulati sta diventando anche un danno agli ecosistemi stessi, visto che distruggendo prati e sottoboschi provoca squilibri alla piccola fauna e avifauna nidifcante a terra con un duro colpo alla biodiversità. Senza contare che, in terra di tartufi quale è l’Astigiano, la sua presenza compromette anche la produttività delle tartufaie.

Altro aspetto importante che tocca tutti è quello della sicurezza stradale perchè ormai sono tantissimi gli incidenti stradali provocati dagli attraversamenti dei cinghiali. Anche in arterie principali come le autostrade.

Sempre la proliferazione dei cinghiali pone dei rischi sanitari. Il Coaarp ricorda che la vicinanza ai confini italiani di una patologia nota come peste suina africana dovrebbe imporre maggiore severità nei controlli sui cinghiali in quanto si tratta di una specie bersaglio. Per la peste suina africana al momento non esistono vaccinazioni e se viene trasmessa agli allevamenti ciò porterebbe all’abbattimento di migliaia di capi.

L’altro rischio sanitario è quello legato alla carne stessa di cinghiale che viene consumata dall’uomo: la granella di mais appena seminata nei campi di cui si sono cibati a tappeto nelle scorse settimane, è trattata con prodotti chimici usati in agricoltura.

Nella stessa petizione, il Comitato offre qualche suggerimento: dalla gestione professionale del contenimento da parte degli enti pubblici che ne hanno la responsabilità all’utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche che devono tendere a risolvere il problema, senza limitarsi al mero indennizzo dei danni (peraltro del tutto insufficienti per sostenere i ricavi perduti degli agricoltori).

Proprio sulla questione del “ristoro” dei danni vi è un capitolo importante che riguarda una maggiore precisione nel calcolare la dimensione del fenomeno. Oggi gli agricoltori, a distanza di anni, vengono risarciti dei costi della sola semina e lavorazione del terreno, mentre chiedono che vengano tenuti in considerazione i reali costi di produzione delle colture compresi tutti quelli che le aziende affrontano per acquistare le attrezzature che funzionano da deterrente agli ingressi dei cinghiali nei campi coltivati.

Fra le altre richieste anche quella di scoraggiare una filiera di carne di cinghiale che non farebbe altro che legittimare l’aumento della popolazione degli ungulati selvatici a scopi economici.”

Fonti: Emergenza cinghiali: nasce un "super comitato" con centinaia di agricoltori - La Nuova Provincia

Ultimo aggiornamento

Sabato 30 Ottobre 2021